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La rinascita di Francesca

fotoevidenza

Francesca
27 anni
Cuba

Ero una farfalla dalle ali robuste, abituata a volare alto nel cielo della mia libertà. Già a quindici anni, gestivo la mia vita con tenacia e indipendenza. Mai avrei immaginato che il mio amore si sarebbe trasformato in una gabbia dorata, soffocando il mio volo e imprigionandomi in un incubo di segregazione e dolore.

L’Italia, terra di sogni e speranze, si è trasformata in un campo di battaglia silenzioso. La violenza di mio marito, un veleno subdolo e inaspettato, ha avvelenato il nostro nido d’amore. Per anni, ho cullato la speranza di un cambiamento, illudendomi che il mostro che mi tormentava di notte fosse solo un’ombra passeggera.

Ma la mia anima era sempre più ferita, il mio corpo sempre più segnato. Un giorno, guardando mio figlio con occhi lucidi di lacrime e dolore, ho capito che non potevo più barattare la mia dignità con la speranza vana. Dovevo volare via, per me e per lui.

Con il cuore in tumulto e la paura che serrava le mie viscere, ho trovato la forza di denunciare. Da quel momento ho avuto la fortuna di incontrare persone che hanno raccolto i miei frammenti di speranza e li hanno ricomposti in un mosaico di rinascita.

Non è stato facile. Le lacrime scorrevano incessanti, il terrore di perdere mio figlio mi attanagliava come una morsa. Ma loro, le operatrici che mi hanno supportata lungo tutto il percorso, mi hanno rassicurata, mi hanno fatto capire che non ero sola. La loro forza è diventata la mia, la loro speranza ha acceso una nuova luce nel mio cuore.

La denuncia è stato un passo lacerante, ma necessario. Ho guardato negli occhi il mio aguzzino e ho detto basta. La giustizia ha infine trionfato, condannandolo e restituendomi la libertà che mi era stata negata.

Sono scappata, con il mio piccolo angelo tra le braccia, lasciando indietro solo le catene della mia sofferenza. Al Centro ho trovato un rifugio sicuro, un nido caldo dove le mie ali spezzate hanno potuto iniziare a guarire.

Il mio percorso di rinascita è stato lungo e faticoso. Ho imparato l’italiano, ho trovato un lavoro, ho conseguito la licenza media. In una delle case del progetto WeAreHomieshub, ho trovato il sostegno e la forza per spiccare il volo verso una nuova vita.

Ora, finalmente, sono serena. Il mio ex marito è solo un lontano ricordo. Io e mio figlio voliamo liberi nel cielo della nostra felicità, due farfalle che hanno sconfitto la tempesta e trovato la luce del sole.

A tutte le donne che vivono nella morsa della violenza, dico: non siete sole. Uscite dall’ombra, spezzate le catene. La libertà vi aspetta, aprite le vostre ali e volate!

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